Stanotte ho fatto un sogno.
Mi sono incontrata per strada e ho cominciato a prendermi in giro e compatirmi. E la me incontrata non faceva altro che rispondere: "hai ragione, grazie per avermelo ricordato."
E' vero, non credo di volermi molto bene, di stimarmi a sufficienza, di incoraggiarmi, ma non è una novità; non mi pare di ricordare un momento nella mia vita in cui si accaduto il contrario.
Non che mi detesti come facevo un tempo, semplicemente tutto ciò che faccio, in maniera spontanea in modo assoluto, non è perchè mi adori, anzi. Tendo a torturare mente e corpo, lasciando che spesso gli altri mi prevarichino... e nonostante tutto riesco a dimostrarmi intelligente, anche se penso che una persona con un comportamento del genere abbia qualche rotella fuori posto.
Vedo le altre persone sempre un passo avanti a me. Sempre vestite meglio, sempre con parole giuste al momento giusto, battute più brillanti, argomenti più interessanti, dialettica più raffinata, idee geniali.
Come posso autoconvincermi del contrario?
Ci metto impegno, ma mi par sempre di arrancare, senza neppure vedere le mani tese ad aiutarmi.
E ovviamente finchè non mi amerò nessuno potrà far con me altrettanto. Perchè coinvolgere qualcuno nei miei problemi fino a martirizzarsi non è il massimo della vita; non è assolutamente ciò che mi dà una spinta a capovolgere la situazione...
Sì, che positività e allegria oggi!
I giudizi dall'esterno spesso sono più imparziali. E talvolta la prima impressione si rivela un ottimo metro di giudizio per inquadrare una persona. Non parlo di prima impressione visiva, o non solo, quanto più intellettuale. Una discussione è già un buon metro di giudizio.
Spesso però, per modestia o per paura che gli altri ci rivelino quello che temiamo (ovvero di non essere che dei buoni a nulla), fatichiamo a chiedere commenti sulla nostra persona, delle valutazioni. E quando le riceviamo cerchiamo in ogni caso di dar loro poco peso, autoconvincendoci della loro fallacità e ripiombando nella nostra insicurezza e nella nostra scarsa considerazione di noi stessi.
A mio dire sbagli quando affermi che finchè non ti amerai nessuno ti potrà amare. Dire una cosa del genere è contrario all'essenza propria dell'amore. Un amore che è incondizionato e il cui scopo primigenio è esser fondante del bene dell'altro. L'amore verso una persona è l'ingrediente primo perchè questa persona stia bene e si ami. Se non ami te stessa non devi mettere al bando l'amore dell'altro nei tuoi confronti. Questo amore infatti può aiutarti a comprendere i tuoi lati migliori. Vedendo un amore incondizionato verso di te sarai naturalmente portata a ricrederti sulle tue doti e virtù a meno di voler credere che l'altro sia un perfetto idiota che non sa con chi si è messo.
E sbagli anche quando parli di martirio per te da parte dell'altro. In amore ci si impegna con un fine: la felicità. E per giungere a questo fine bisogna marciare in due lungo un sentiero irto e difficoltoso. Possono capitare i momenti in cui uno dei due viene meno e allora sarà l'altro a prenderlo in braccio e a camminare per lui. Ma questo non sarà mai un martirio, ma semplicemente un gesto d'amore.
Prender per mano e aiutare nel cammino non vuol dire martirizzarsi per l'altro, vuol dire amare l'altro.